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giovedì 17 maggio 2012

È morta Donna Summer. Addio alla regina della disco music

Dopo quasi un anno di mio silenzio sul blog, non potevo non postare un articolo in onore della grandissima Donna Summer che ci ha lasciati oggi con un bagaglio immenso di musica. Non riesco ad immaginare gli anni d'oro della disco music senza lei. Senza Donna Summer la Disco Music non sarebbe mai nata. Con lei oggi, celebriamo l'ultimo ballo...Last Dance!!! Articolo da "ilsole24ore.com" Quando apparve sulle scene si disse che la sua voce non era reale ma creata dai sintetizzatori, parola che a ben pensare appartiene a un'era fa. Invece divenne una popstar dalla carriera lunga con strascichi non sempre felici fino agli anni 2000. Donna Summer, vero nome LaDonna Andrea Gaines, è morta questa mattina in Florida a 63 anni dopo una lunga battaglia con il cancro: il primo a dare la notizia è stato il sito di gossip Tmz. La cantante, vincitrice di cinque Grammy e interprete di grandi successi dance negli anni '70 - tra le hit I Feel Love, Hot Stuff, Bad Girls , Last Dance, She works hard for the money ed Enough is Enough in duo con Barbra Streisand - era malata di cancro ma stava combattendo la malattia. Secondo Tmz, alcune persone che hanno avuto contatti con la star nelle ultime settimane avrebbero riferito che non sembrava stare molto male. Donna Summer, nonostante la malattia, stava cercando di finire l'album al quale stava lavorando. Come la generazione di fenomeni a cui apparteneva, Michael Jackson e Withney Houston in primis, è allevata a pane e gospel nei cori delle chiese punti di riferimento delle comunità afroamericane, scopre il rythm and blues, fonde i generi, diventa mito pop. Summer nasce a Boston, da giovane fa parte di The Crow, gruppo di rock psichedelico, dopo il liceo si trasferisce a Ne York, inizia la carriera in Germania dove partecipa agli show Hair e Porgy and Bess. In Europa Donna collabora con Giorgio Moroder, esplode nel 1975 con "Love to Love you baby". Il successo è tale che in quegli anni gli unici rivali sono i Bee Gees. Negli anni 80 continua l'ascesa con She Works Hard for the Money e This Time I Know It's for Real , rimane regina nel decennio della disco dance con quella voce sensuale, erotica, esplosiva. «Mentre piagiamo la sua morte, siamo in pace per aver celebrato la sua straordinaria vita che non fiscie oggi», ha detto la famiglia. Summer lascia il marito Bruce Sudano e tre figli. Articolo da "musica.virgilio.it" Donna Summer sarebbe morta di cancro a 63 anni a causa dell'11 settembre. Pare infatti che la regina della disco music fosse convinta che inalare le polveri causate dal crollo delle Torri Gemelle le avesse provocato la malattia ai polmoni. Alcuni amici della Summer rivelano che la cantante al momento dell'attentato viveva in un appartamento di Manhattan non lontano dal World Trade Center e che anche dopo la tragedia non era riuscita ad allontanarsi da New York a causa della depressione. Sembra che dopo quell'episodio, la star della disco music abbia avvertito i primi malori e le sia stato diagnosticato il tumore ai polmoni che l'ha portata alla prematura morte. Da fervente cristiana era rimasta sconvolta dall'esperienza, che viveva come un attacco alla sua religione, e in una vecchia intervista al Sun del 2008 aveva dichiarato "Non uscivo più, non volevo parlare con nessuno, tenevo chiuse le imposte e restavo nella mia stanza". E alcune fonti vicino a lei, riportate dal sito di gossip TMZ, aggiungono che Donna continuava a spruzzare nell'aria spray per disinfettare l'aria e aveva ricoperto la stanza da letto con teli di seta per proteggersi dalle particelle tossiche che entravano dalla finestra. Donna Summer ha voluto mantenere il massimo riserbo sino all'ultimo circa la gravità della malattia e che stava tentando di terminare le registrazioni di un nuovo album. Secondo i medici l'ipotesi che il cancro alle vie respiratorie di Donna Summer fosse una conseguenza della nube tossica che ha invaso i cieli di NewYork dopo Ground Zero è plausibile, anche perchè da quel giorno i casi di tumore nei poliziotti o tra i sopravvissuti alla tragedia sono notevolmente aumentati. Donna Summer - all'anagrafe LaDonna Andre Gaines - era nata a Boston il 21 dicembre 1948. Il suo cognome d'arte fu l'anglicizzazione del cognome del suo primo marito, il tedesco Helmut Sommer. Raggiunse il successo planetario negli anni '70 con hit del calibro di Love to love you baby, I feel love, Last Dance, Hot Stuff e Bad Girls. E' stata vincitrice di 5 Grammy. Il suo ultimo album, Crayons, contente il brano The Queen Is Back (la regina è tornata) - un chiaro richiamo al suo ritorno in attività - è del 2008, a 17 anni dal precedente. In queste ore tutto il mondo dello spettacolo e non solo piange la sua scomparsa e ricorda con affetto quella la regina indiscussa della disco music. Articolo da "corriere.it" Era la regina indiscussa della disco fine anni'70, algida, sintetica, inarrivabile. L'americana Donna Summer è morta in Florida a soli 63 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro, come ha riferito il sito Tmz.Com. LA VENUTA IN GERMANIA- Nata LaDonna Adrian Gaines , vicino a Boston, da famiglia molto religiosa, sette fratelli, proprio nelle chiese battiste iniziò il suo apprendistato, cimentandosi con i gospel. All'inizio degli anni'70 Donna venne opzionata per cantare in «Hair», il musical super hippy, per una tournée in Germania: lì si fermò per diverso tempo, si sposò con l'attore austriaco Helmuth Sommer. Ma il vero incontro, decisivo, sarebbe stato con un nostro connazionale. COPPIA DOC CON MORODER - Se Donna Summer è stata "la" Disco Music, molto lo deve infatti all'altoatesino Giorgio Moroder che, in produzione,forgiò i suoni che sancirono il trionfo dell'elettronica applicata alle sale da ballo. Cinque dischi fondamentali, Love to love you baby, A love trilogy, Four seasons to love, I remember yesterday e Once upon a time dal 1974 al 1977. E numeri uno in classifica ovunque (da I Feel Love, a Hot Stufffino Love To Love You Baby), colonna sonora di sabato sera febbrili, ingaggi milionari. LA ROTTURA - Poi la rottura con Moroder, all'inizio degli anni'80 e il lento declino. Ma non per molti produttori e deejay di techno ed electro che quei suoni rivalutarono e aggiornarono. Lei, nel contempo, aveva quasi rinnegato quella stagione additando addirittura di "peccaminose" alcune sue hits, e nel 2008 aveva realizzato il suo primo disco di originali dopo 17 anni, Crayons. Negli ultimi tempi stava provando a riaffacciarsi sulle scene, a riprendere il filo interrotto con il formidabile romanzo dei Seventies, «Farò un album molto disco» aveva annunciato. Ma la malattia è stata più veloce di lei. Articolo da "rollingstonemagazine.it" La Regina della Disco Music se n'è andata questa mattina. A 63 anni, ha perso la sua lotta contro il cancro. Negli anni Settanta, Last Dance, Hot Stuff, Bad Girls, per citare i brani più famosi, hanno fatto ballare l'intero pianeta. Vi riproponiamo un'intervista che il nostro vicedirettore, Fabio De Luca, le aveva fatto giusto un paio d'anni fa... Di Fabio De Luca La voce è straordinaria. Da brividi. dice: "You can call me Daa-naah", puoi chiamarmi Donna, e la pelle d'oca corre lungo i fili del telefono, da Nashville, dove attualmente abita, fino a Milano. 62 anni il prossimo 31 dicembre. Ad avercela di fronte magari sarà diventata pure lei un pachiderma come la maggior parte delle sue colleghe ex star della disco music. Ripensandoci, è una benedizione che l'intervista sia telefonica. Coerente, pure, con il sottotesto pipparolo delle sue maggiori hit dell'epoca, da Love to Love You Baby (1975) a I Feel Love (1977), tutte giocate sulla voce di seta che – solitaria sopra il pulsare celibe delle bassline sintetiche – dipingeva elaborate fantasie sensuali e orgasmi multipli ottenuti, apparentemente, senza l'intervento diretto di alcun maschio. "A differenza di Mick Jagger, lei sì che riusciva ad avere soddisfazione", scrisse una volta lo storico della disco Tim Lawrence. Ma si diceva della voce. Il tono leggermente metallico della telefonia intercontinentale la rende, se possibile, ancora più sexy. Del resto, l'elemento robotico-sensuale (“sex appeal dell'inorganico”, avrebbero riassunto i postmoderni qualche lustro dopo) è appunto quello che, grazie alla strepitosa produzione minimale e inconsapevolmente kraftwerkiana del genio tirolese Giorgio Moroder, ne ha fatto una star immortale. Donna Gaines. Sommer era il cognome del suo primo marito, l'attore austriaco Helmut Sommer: fu storpiato in Summer da un errore della tipografia che doveva stampare la copertina di uno dei suoi primi 45 giri. E questa è solo una fra le tante leggende che circondano la figura e la carriera della regina della disco. Per rompere il ghiaccio le chiedo che ne pensa delle donnesummer di oggi – Rihanna, Beyoncé... – e se dal suo punto di vista abbiano vita più facile di quella che ebbe lei negli anni '70. "I looove Rihanna!", cinguetta Donna, "e anche Amy Winehouse, e Corinne Bailey Rae. Non so se per loro oggi sia più facile. Quello che so è che io sono stata molto, molto fortunata: non che sia stato tutto semplice, ma ho avuto persone che hanno creduto in me e mi hanno saputo valorizzare". Segue riflessione su tecnologia e relativi spazi di visibilità nel Terzo Millennio, e un momento promozionale cuore-di-mamma per la band della figlia Amanda: "Si chiamano Johnnyswim, sono anche su MySpace!". (È vero, stanno su MySpace. Fanno un country-grunge-pop alla Jack Johnson, e se proprio ci tenete a saperlo, se uno si ferma un secondo a pensare che Amanda è figlia di Donna fanno lo stesso effetto di quando in tv passa un vecchio film di Ugo Tognazzi interrotto dallo spot dell'aceto balsamico con Ricky Tognazzi. Ecco). Parliamo del suo album del 2008, Crayons: il primo dopo nove anni di sabbatico, ma in realtà 17 dall'ultimo vero album di studio, Mistaken Identity del 1991, di cui siete invitati (Google l'hanno inventato apposta perché nulla resti impunito) a recuperare la ripugnante copertina, degna della pubblicità del più dozzinale dei mobilifici brianzoli. Crayons invece non è male. Un onesto disco di r&b, adulto più che adultero, dove la sua voce titaneggia, e una squadra olimpica di produttori fa del suo meglio per farla sembrare una Janet Jackson con più carisma. Riuscendoci fin troppo bene. Soprattutto, in Crayons c'è un elemento che potrebbe permetterci di spostare lentamente il discorso sul passato. L'elemento è uno degli autori, Evan Bogart, un genietto 30enne (ha scritto pezzi per Britney Spears, Rihanna e Jennifer Lopez) figlio del discografico Neil Bogart, fondatore della Casablanca Records, l'etichetta “disco” per antonomasia. Neil Bogart è l'uomo che ha scoperto i Kiss, che ha lanciato la carriera di Joan Jett, ma soprattutto è l'uomo che ha trasformato Donna Summer in una star. Quando prima lei parlava dell'importanza di “trovare persone che credano in te”, si riferiva a lui. Fu Bogart ad ascoltare la prima versione di Love to Love You Baby al Midem di Cannes nel gennaio 1975, a ordinare a Moroder di stirarla fino alla folle lunghezza di 16 minuti e 50 secondi (un'intera facciata di album) e a lanciarla negli Stati Uniti. Fu sempre Bogart – la prima volta che Donna tornò in America dopo l'esplosione nelle chart – a farle trovare una scultura in zucchero e cioccolato che la ritraeva quasi a grandezza naturale. "Neil mi ha insegnato a essere un'artista", racconta Donna. "Prima cantavo negli spettacoli teatrali, ma cantare in teatro è diverso dall'essere una popstar. Mi ha insegnato tutto lui: come muovermi, come comportarmi. Era un combattente. Quando morì – a soli 39 anni, nel 1982 – fu un dolore enorme per tutti quanti, e forse per me in particolare". Avanti veloce fino a oggi. La casa discografica propone a Donna di lavorare con Evan. "Avevo visto Evan quando era appena nato, poco prima che suo padre morisse. Quando mi hanno detto che avrei potuto lavorare con lui l'ho trovata un'idea splendida. Ma la cosa impressionante è che in studio è identico a suo padre: lui nemmeno se ne rende conto, ma per me in alcuni momenti è stato difficile non commuovermi. Era come se suo padre fosse di nuovo lì con me, uguale a com'era quando l'avevo conosciuto io. Era come se il tempo non fosse passato". Olè. Rotto il ghiaccio (fin troppo) ci si butta nel passato. Le chiedo se fosse in qualche modo consapevole, durante gli anni d'oro del suo successo disco, che al di là del forte impatto come icona femminile volitiva, agli occhi del mondo lei incarnava anche una figura di puro strumento, “oggetto” nelle mani del produttore-uomo. Che c'era, insomma, un curioso cortocircuito tra autoaffermazione femminista e antichi stereotipi patriarcali. "Hanno detto molte cose di me", spiega, "e questa è la cosa che mi è sempre piaciuta di meno del successo. È una delle ragioni per cui ho smesso. Se avessi continuato, probabilmente oggi sarei una donna depressa. Forse non ci sarei nemmeno più", (e qui si rabbrividisce, non di sensualità, ma ripensando ad altre leggende, quelle sui suoi presunti – e mai provati, mai confermati, forse mai nemmeno realmente messi in pratica – tentati suicidi). C'è però una cosa che devo chiederle più di ogni altra, anche se la storia già la si è letta mille volte. Glielo confesso senza mezzi termini: la tentazione di farsi raccontare dalla sua voce la famosa scena della registrazione di Love to Love You Baby è troppo forte. Anche perché se c'è una scena primaria da cui far originare tutta la dance modernamente intesa, la scena è quella, punto. Tutte le Miss Kittin e le Yelle di oggi non sarebbero mai state, senza quel pomeriggio in uno studio di Monaco. Lei sembra molto divertita: "Potrei raccontartelo col pilota automatico", dice, "ma ho capito che ti interessa davvero, e quindi ci metterò anche il cuore". Wow, wow, wow. "Bene: ero nello studio con Giorgio e altri tre tecnici del suono. Il testo non c'era ancora, c'era solo l'idea che il ritornello fosse looove, love to love you baby. Giorgio aveva in mente di fare una cosa alla Je t'aime... Moi non plus di Serge Gainsbourg, quindi mi chiese di inventarmi un testo provocante e di provare a cantarlo. Io continuavo a dirgli: 'No no no, non sono la persona giusta per questo pezzo'. Andammo avanti così per ore. Giorgio mi rispondeva: 'Non importa, proviamoci, inventati un testo e canta'. Ma io vedevo loro quattro al di là del vetro e pensavo: 'Mio Dio, sono in questo studio con quattro uomini che mi guardano e vogliono che canti quelle parole e io... mi vergogno!'. Così spensero le luci, accesero un paio di candele, io mi distesi sul pavimento nell'angolo più lontano dello studio, dove non potevano vedermi, e cantai il pezzo cercando di immaginare di essere Marylin Monroe". La cosa buffa è che, dello stesso pomeriggio, Moroder racconta una versione leggermente diversa: ci sono anche in quel caso candele e luci basse, ma lì è Donna ad avere l'idea del testo pornazzo, e non si fa esattamente pregare per cantarlo... Comunque sia andata, la cosa interessante è come accidenti abbia fatto Donna – di cui è noto il severo background religioso familiare – a gestire gli anni caldi in cui Love to Love You Baby divenne l'inno della rivoluzione sessuata e negli Usa si beccò pure gli strali del reverendo Jesse Jackson. Lei è imperturbabile: "Sono un'artista, posso interpretare ruoli che non devono per forza corrispondere a come sono io. Esattamente come quando ho registrato il pezzo e ho fatto finta di essere Marilyn Monroe". Chissà, potrebbe davvero essere così. Qui nella mia collezione di reperti “disco” c'è però un numero di Penthouse del luglio 1979 con lei in copertina. Nell'intervista – di cui potete immaginare il tono – lei si definiva "undersexed" e raccontava, imbarazzata, di un fan che le mandava lettere appassionate in cui immaginava partouzes sadomaso tra lei, Raquel Welch e Ann Margaret. Sto quasi per chiederle se le ha conservate. Poi mi ricordo che è una signora di 62 anni, e invece le chiedo dei nipotini. Donna Summer - Love To Love You Baby(1975) Donna Summer - Woman Donna Summer - Hot Stuff Donna Summer - I Feel Love (1977) Donna Summer - Last Dance (1978)

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Il mio nome d'arte è Roby Bee Dj. La mia musica è l'House, Electro House, Deep House e Soul. Questo Blog è stato concepito per raccontare la nascita e la vita della House Music e la Disco Dance, attraverso immagini, video, brevi biografie, link quant'altro. Spero il Blog sia interessante e prego chiunque di dare consigli su come migliorarlo. Grazie e Buon proseguimento nel Blog. (Mi raccomando per visualizzare il mio blog digitare robybeedjhouse.blogspot.com...in Google c'è un'altro blog che è stato aperto e mai aggiornato)